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Social network e fake news

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Tempo di lettura: 3 minuti

Social network e fake news: si tratta di un tema assolutamente attuale, purtroppo soprattutto oggi, in tempi di pandemia. La diffusione di notizie false o distorte è sostenuta dai social network che grazie alla loro capillarità sono in grado di diffondere velocemente e con intensità qualsiasi tipo di notizia falsa, purché sia un contenuto che generi scandalo e faccia leva sulle emozioni di pancia delle persone.   

Perché i social network stimolano la diffusione delle fale news?

Fake news e social network sono collegati in modo molto forte: con l’avvento dei social siamo diventati tutti dei creatori di contenuti, sostituendo la figura del giornalista. Facciamo leva sulla convinzione che questo tipo di comunicazione, proprio perché disintermediata, sia genuina. Soprattutto se condivisa da un amico.

Un’indagine AGCOM dello scorso marzo, condotta in collaborazione con SWG, ha rilevato che 6 italiani su 10 credono alle fake news. Gli italiani passano quasi 2 ore tuti i giorni nei social: in questo arco di tempo siamo bombardati da così tante notizie che il nostro cervello fatica a decodificare in modo completo e preciso. Per questo motivo attraverso i social applichiamo un filtro alle fonti per noi interessanti.

Al filtro delle fonti si aggiunge la nostra preferenza di visione: nei social interagiremo sempre preferibilmente con le notizie che sono in linea con la nostra visione delle cose. Questo accade anche (e soprattutto) perché l’algoritmo dei social rileva queste nostre preferenze e continua a proporci contenuti, sia organici che a pagamento, in linea con ciò che vogliamo leggere, di fatto annullando, qualora ci fosse, qualsiasi opportunità di confronto costruttivo e ampliamento del pensiero e dei punti di vista.

La diffusione di fake news nei social: la pigrizia del lettore

Nei social trova molto spazio la progressiva «polarizzazione» delle verità: l’estremizzazione del pensiero, che diventa sempre più sensazionalistico perché deve colpire l’attenzione. Nell’affollamento di informazioni in cui siamo immersi quotidianamente, tendiamo a seguire il flusso più in linea con il nostro pensiero.

In un mondo di «over comunicazione» tendiamo ad essere «catturati» da chi comunica contenuti in linea con la nostra percezione della verità, dimenticando o disinteressandoci di verificare la provenienza di una notizia. Se poi la notizia è diffusa da un «amico» di cui ci fidiamo, diamo per scontato che anche quello che lui condivide sui social sia affidabile.

Social network e fake news

Social network e fake news: i social in prima linea nel contrasto alla diffusione di notizie false

Facebook e Twitter per molto tempo non si sono curati del problema, rifiutando di ricorrere alla censura. Ad oggi, grazie o a causa della comunicazione politica, il tema è fortemente sentito e lo abbiamo visto recentemente proprio nelle elezioni politiche americane.

Facebook ha sviluppato una campagna e un sito web dedicato all’educazione per contrastare le fake news. Si fa leva su 3 domande:

Inoltre, tutti i link condivisi da profili e pagine riportano una «i» ossia le informazioni sul link, da cui evincere informazioni sull’affidabilità del sito-fonte.

Twitter invece è al lavoro da tempo per trovare un sistema che sia in grado di controllare il retweet di fake news, che in ambito politico sono estremamente diffuse. Inoltre, sembra che Twitter stia sviluppando una app che aiuti a individuare il livello di veridicità di un tweet.

Noi possiamo fare qualcosa per contrastare le fake news?

La verifica delle fonti è l’unico modo che abbiamo per attingere ad informazioni vere e corrette, che stimolino un confronto costruttivo. Tuttavia, se pretendiamo fonti attendibili dai media, sappiamo che questo lavoro richiede tempo e competenza, quindi l’informazione non può essere gratuita come invece l’utente oggi pretende o dà per scontato.

La responsabilità è fondamentale nel contrasto alla diffusione delle fake news, sotto ogni punto di vista:

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